Adriana Pullio
Il gioco del sapere e non sapere
ricambiando e irridendo appena appena
è attenzione per l’altro tempo modo
che naviga col vento e con le stelle.
Tra due viaggi e due età che si raccolgono
insieme per capirsi e per scoprire
trovare la misura al dire e al fare
è speranza fortuna sortilegio.
Andare dietro al tempo
non precederlo
né ritardarlo.
Cercare la fortuna
cogliendola nel caso
come un fiore.
Angelo Riccobene
Il futuro non voglio prevedere
ma viverlo con gli altri nell’attesa
lunedì martedì mercoledì
quattro occhi otto mani sette teste
condividere dire confidarsi.
Non sono questi tempi di battaglie
rabbie guerre dispetti, ma del fare
adagio con pazienza meditando.
Ho capito perché la mia Italia, che entusiasma i bambini e gli stranieri, è rifiutata dagli italiani adulti se dicenti colti. Ha entusiasmato un cinese, è stata danzata da due ballerine indiane. È il canto della speranza perduta e ritrovata, che i terrorizzati dal futuro non sopportano.
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Piango solo perduta la speranza
dei giorni della rabbia e dell'angoscia
dell'ira che nell'odio ci sconvolse
strappandoci con lacrime alla guerra.
Poiché nella rovina il nostro volto
ritrovammo e il senso della vita
con l'armonia del tempo la natura
e fummo insieme liberi e fratelli.
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La vita che continua oltre le idee
portando nuove gemme di speranza
che fa tacere dentro le parole
e ritrovare il ritmo delle cose.
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Accetto la globalizzazione. Ho dato una festa due mesi fa per Ruben, anni quattro, con ventiquattro piccolissimi invitati, un terzo dei quali aveva almeno un genitore non italiano. E quest’estate, a Riace, un gruppo di bambini mi ha cantato gli auguri di compleanno in italiano, inglese ed arabo.
Rispetto però la mia cultura e sono fiera di essere tradotta in otto lingue. Contraddicendo il Sole24ore di stamani pubblico la mia versione del “Va pensiero di Verdi” come inno nazionale.
Va pensiero sull'ali di Verdi
per cantare all'Italia il suo inno.
All'Italia che libera vota.
All'Italia moderna che va.
All'Italia che parla italiano
coi dialetti da più di mill'anni.
Oh mia patria sì bella e sì amata!
Oh mia Italia la patria sei tu!
Tu sei terra di vita d'amore
di bellezza di fiori di frutti
e di suoni di voci di canti
nei tuoi borghi e le cento città.
Tu sei patria di opere d'arte.
Tu sei patria di libri di storia.
E di effimere mode, di usanze
Oh mia Italia la patria sei tu,
la mia patria sei tu.
Anitina ti chiudi come un riccio
ma dentro c'é nascosta la castagna.
Gianni Sutera
Rimanere moderni è rinnovarsi
accettando il continuo cambiamento
come se nulla fosse la varianza
per ciascuno diversa e a tutti ignota.
Gianni Sutera
Scrivere poesia non è il mestiere
che in milioni arrabattano nei gorghi
di paura dolore solitudine.
La poesia è ricerca del continuo
condiviso ogni giorno dire e fare
con coraggio e pazienza per se e gli altri.
Gianni Sutera
a differenza
del vecchio colonnello
di Marquez
che puntava tutto
sopra un gallo da combattimento
io di due anni più piccola
ho tanti pulcini
che corrono di qua e di là
inseguendo le farfalle
Non leggete “Cent’anni di solitudine” – leggete “Le poesie per Giovanni” www.heopli.it
Claudia Battistioli
Giocare coi progetti e con la sorte
con la voglia di vivere e inventare
che l’autunno abbuiandosi rinnova.
Lasciarsi trasportare dal sé oltre
dei tanti frequentati amici altri.
Oggi pranzerò con un’amica che conosco da settant’anni.