Io non pensavo al modo che vivevo
e non cercavo mai dentro il profondo
un senso del capire dire fare.
La poesia mi prese e fu un miracolo
di meraviglia e di condivisione
Misi un anno a scrivere
la mia prima poesia
dedicata all’Italia
Un bel gioco, un bellissimo gioco,
e una volta insieme giocammo
anche alla bella Italia.
La meraviglia mi precipitò
in una dimensione diversa,
estranea, terrifica, mal pensabile.
Parola dietro parola,
pezzetto di carta con pezzetto di carta,
endecasillabo dopo endecasillabo.
Italia sempre solo e ancora pianto.
Non per il mondo perso nei ricordi
della storia che non torna eguale
se non nel desiderio di chi ignora
il tempo che si cambia sempre nuovo
nascendo dal passato che distrugge,
ma per la vita d'oggi che ci muore.
Piango solo perduta la speranza
dei giorni della rabbia e dell'angoscia
dell'ira che nell'odio ci sconvolse
strappandoci con lacrime alla guerra
poiché nella rovina il nostro volto
ritrovammo e il senso della vita
con l'armonia del tempo la natura
e fummo insieme liberi e fratelli.
Voi che moriste guardando le stelle
per questa terra or non è molto
e anche voi che per essa via la vita
buttaste senza colpa e contro voglia.
Forse già nell'ignoto che vi prese
male armati e privi di speranza
sapete che la morte non si salva
se non quando la lega a sé la vita,
la vita che continua oltre le idee
portando nuove gemme di speranza
che fa tacere dentro le parole
e ritrovare il ritmo delle cose.
Ma tu sei sempre ancora Italia bella
e sempre è dolce dire patria mia.
A gioco finito una festa
con nella notte la morte.
Mi obnubilai vedendolo
piansi trent'anni dopo.
La voce che mi torna con quest'arte
che per te mi piaceva
rende viva di pianto la memoria
delle cose che avemmo
che non potrò mai più riavere uguali
neanche dentro il ricordo
del tempo che per te conobbi vivo.
precipitai nella schizofrenia paranoide
fui salvata da uno psicoanalista
per riconoscenza mi laureai in medicina
Non pensare che io fratello pianga
maledendo la sorte il mio destino.
Il tempo che ho perduto ormai è tempo
la vita che mi han tolto ormai è vita.
Piangerei se tornasse indietro il sole
a ripetere i giorni i mesi gli anni
ma non l’ombra la luce il canto il suono
non il pianto né il riso mentre cerco
per cercare di nuovo e poi cercare
Ieri ho molto meditato e alcune idee avuto per gli altri e me stessa.
Gli dei che raccontavano i poeti
in Grecia come veri nei poemi
li uccisero i filosofi scoprendoli
sogni brame paure desideri
umani specchi umani dell’umano.
E come non ci fosse ciò che viene
appreso da bambini non dicibile
che canta intona cambia si riaccorda
musa ritmo memoria vita ardore
aprirono al commercio le parole
parole più parole altre parole
la logica il dialogo i sofismi
finché il so tutto imposto da Aristotele
murò nell’ellenismo la cultura.
Negli ultimi diciannove anni il mio vivere e il mio poetare hanno subito una serie di rivoluzioni tecnologiche e storiche.
Nel 1989 comprai il primo computer, non sapevo battere a macchina.
Nel 1995 misi le prime immagini nel computer accanto alle poesie.
Nel 1996 imparai a navigare in internet.
Nel 2001, dopo l’11 settembre, m’interessai al mondo globale con l’islamismo e gli incontri interreligiosi. Sono tradotta in inglese, tedesco, francese, svedese, persiano, sorbo e cinese, per questa ragione.
La lingua italiana
tradotta in cinese
seguendo l’inglese
esiste un po’ strana
con voce lontana.
Aristotele
I nostri politici non sono aristotelici, vale a dire non hanno la testa matematica, che per governare occorre, secondo Aristotele. L’ultimo indulto ha liberato il triplo dei detenuti calcolati, perché i politici hanno sbagliato i conti. Sto pensando ad un’associazione senza fine di lucro, che esamini matematicamente le proposte di legge dei politici.
La politica è un'arte barcamena
che a sinistra da sempre si destreggia
mentre a destra per cambio sinistreggia
Il Giamaica
Di qui di là di fuori sopra sotto
era un traliccio di ritrovi e incontri
le tampe le taverne le osteriucce
e le tabaccherie coi tavolini
anche il Giamaica e poi le gallerie
e il vecchio Biffi e il giovane Aldrovandi
da voi, da me con gli altri della zona,
la nostra zona la diceva Emma
mentr'io la chiamavo zona franca.
Michele, quest'estate, ti ricordi
dicevi " Noi ci siamo divertiti".
Bisogna ricostruire luoghi di incontro per letterati e artisti, che il boom economico, la televisione e internet obbligano di necessità a reinventare.
Morire quando ancora siamo vivi
e sappiamo giocare coi bambini
e aiutare i ragazzi mentre crescono
morire quando ancora si sa vivere
ogni giorno del giorno d'ogni giorno
diventare esquimesi per lasciare
la vecchiaia nel ghiaccio con la morte
1995
La nuova poesia, che rifiuta l’irrealismo e l’atemporalità del post-moderno, si chiama poesia esperienziale.
Il caso nella vita è il cambiamento
da capire seguire abbandonare
ascoltando provando rifiutando
col cuore con la mente e l’esperienza
di se stessi e degli altri nell’andare.