Grande gioia è stampare e ristampare
tradurre poesie commedie lettere
giocare con la musica e le immagini
aiutare facendosi aiutare.
Gran piacere è godere con amici
la fantasia di un cuoco molto abile
che ogni giorno con cura e gentilezza
ammannisce variando la mia tavola.
Sono tradotta in otto lingue: inglese, svedese, farsi persiano, spagnolo, tedesco, sorbo, francese, cinese.
La Grecia classica, ripescata nel mio recente libro “Le poesie per Giovanni” dai curatori, sta ritrovando pregio nei paesi anglosassoni e anche in Italia.
Gianni Sutera
Ho ottantun anni, sono molto attiva, ma ho rinunciato a guidare l’automobile e a nuotare nell’acqua fredda del mare. Sono sempre stata aiutata in casa per i lavori domestici e vivo da sola. Da poco più di un anno ho un famiglio clandestino, che aiutava quello assunto tornato al suo paese per ragioni di salute. Ho una carta del Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione – che notifica la mia richiesta di nulla osta al lavoro domestico in data 15 – 12 – 2007 per il clandestino tuttora al mio servizio. Non potrebbe tale richiesta agevolare e soprattutto semplificare l’assunzione di chi clandestino risulta in servizio continuativo da molti mesi?
Luke Andrews
La vita scienza ed arte di Milano,
che nel mese d'agosto va in vacanza
ricomincia d'autunno con le piogge
e con l'ora solare notti buie.
Punto a capo e di nuovo via da zero
mentre l'aria riprende ad inquinarsi.
1993
Non è più così. Quest’anno ho pubblicato quattro miei nuovi libri di poesia e tre traduzioni. Sto organizzando una presentazione nella biblioteca di Cernusco sul Naviglio e con ogni probabilità a Gerusalemme e in Brianza. Sto mettendo insieme un curriculum con tutte le presentazioni di miei lavori nel mio studio, al Circolo della Stampa di Milano e in tanti altri posti. Sto prendendo contatto con i cultori della Grecia antica. Sto leggendo degli schizofrenici che spero di riuscire in qualche maniera ad aiutare. Sto cercando di dar senso al mio modo di ricevere: pranzi, tè aperitivi e cene.
Il ripristino dell’ora solare è ritardato e non si piomba più nella notte all’improvviso.
Andando avanti e indietro come un pendolo
tra la noiosità dei perbenismi
e l'irruenza delle trasgressioni
io cerco di salvare capre e cavoli
facendoli incontrare in casa mia
dentro la botte piena poesia
con la moglie ubriaca psichiatria
e quando ho troppo vino e troppi ebbri
o non ho più né cavoli né capre
c'è lo psicanalista aggiusta pendoli
che mi fa ritrovar le oscillazioni
tra le valenze della trasgressione
e le graziosità del perbenismo.
Decisi di raccogliere in libro tutte le poesie scritte per Tommaso Senise, l’analista che mi aveva salvato e stava morendo, senza tralasciarne nessuna per ragioni scientifiche, sono laureata in medicina. Il libro è molto ardito e scandalizzò. Sono oggi convinta che il transfert non è adatto per gli schizofrenici, che oltretutto faticano a stabilirlo. Con Tommaso Senise ebbi una doppia relazione, un transfert amoroso in poesia e una terapia d’individuazione nello studio. In poesia gli davo del tu, de visu usavo il lei. Per mettere insieme il libro mi feci aiutare da Maria Pia Quintavalla, amica poetessa, che era nella giuria del premio Adonai da me vinto l’anno prima. Diedi il libro, appena terminato, in lettura a un amico, che lo lesse in una notte. Pensai che fosse pubblicabile. L’amico lettore mi consigliò un editore di Lecce. Seguii il suo consiglio. Pagai, ma pretesi di cambiare la bozza di contratto.
Angelo Piccobene
La vita è un putiferio di natanti
da scegliere cambiare frequentare
evitando le navi dei corsari
e le barche avariate che si squarciano
riempiendosi di frane e di voragini.
Ho spedito al Sole24ore una lettera rifiutata dal Corriere della Sera. Sono stata accolta con cortesia e compiacimento. Per essere accettati nei blog del Sole24ore occorre abitudine allo studio e testa matematica.
Cademartori
Ho avuto a pranzo la mia correttrice di bozze volante, con una vecchia compagna di cene, sua sorella e Paolo Di Stefano capitati per caso. Hanno promesso tutti di tornare. Sono contenta.
Quello che importa nel ricevere
è non preoccuparsi
di quello che succede
i fini e i progetti sono perle
che tutti possono pescare.
Il Giamaica
Precipitai nella schizofrenia paranoide a New York per una serie di concause. Mio fratello, celebre medico, riuscì a rimpatriarmi. Rifiutai il primo psicoanalista per svariati motivi, decisi di raccontare invece i fatti miei agli amici artisti invitandoli a cena tre volte la settimana. Fu una scelta fortunata, gli artisti non temono la follia e sono in anticipo sui tempi.
Rimettere insieme gli artisti è un fine e un mezzo del mio nuovo guardare il mondo con “Le Poesie per Giovanni”. Emma, l’amica, che m’insegnò gli artisti e le cene moltissimi anni fa, incontrerà pittori vecchi e nuovi in una galleria d’arte che inaugura stasera la nuova stagione artistica dopo l’estate. Domani ha in progetto di tornare a Londra, mi piacerebbe che cambiasse idea.
Di qui di là di fuori sopra sotto
era un traliccio di ritrovi e incontri
le tampe le taverne le osteriucce
e le tabaccherie coi tavolini
anche il Giamaica e poi le gallerie
e il vecchio Biffi e il giovane Aldrovandi
da voi, da me con gli altri della zona,
la nostra zona la diceva Emma
mentr'io la chiamavo zona franca.
Michele, quest'estate, ti ricordi
dicevi " Noi ci siamo divertiti".
Un nome poetico per il computer
Sono una poetessa appassionata della lingua italiana. Un innamorato nel 1989 mi convinse a comperare un computer. Faticai per imparare a usarlo. Lo chiamai scompilatore e scrissi una poesia.
Il mio scompilatore ha nome mela
scrive conta disegna scheda stampa
è facile da usare come il frutto
che si morde si sbuccia si fa cuocere
con le torte gli arrosti in marmellata
per gelatina cotognate o sidro
fa scena nello studio mentre scrivo
sopra un pezzo di carta con la biro.
Io scrivo la lingua che parlo, non conosco la grammatica e la sintassi. A scuola non capivo niente di metrica latina e greca, che leggevo a orecchio mettendo gli accenti sul primo verso. Sono contro i risciacqui linguistici. Ho letto i Promessi sposi a dieci anni saltando tutte le descrizioni. È in libro che non sopporto più. Manzoni, che parlava milanese e francese, è stato bravissimo a scriverlo. Abbiamo fatto l’Italia e con l’aiuto della televisione parliamo tutti italiano. Evviva!
Gianni Sutera
Incapaci di sintesi e di analisi
disfuggono l’insieme e fanno muri
di sassi accumulati, oltre i giardini
dalle aiole fiorite, con le frane
precipitanti giù dagli alti monti
di cumuli obbrobriosi, l’altra faccia
la medaglia rovescia del ben fare.
Cumulando passioni e sentimenti
con la musica e l’arte condivisa,
il blocco dell’io sono e gli altri ciccia
che imperversa le lettere e il sapere
finirà nei cassoni spazzatura.
Non ci badare indietro avanti andando.