Litigare è il disastro la sventura
è sprecare le forze proprie e altrui.
La visione dell’altro è da comprendere
se esibisce il suo bene bello buono
difeso con furbizia e malafede.
Bello e buono accettare non distruggere.
Il computer e internet hanno rivoluzionato l’editoria e il pubblico dei lettori. Io, che sono incapace di scrivere a macchina perché manualmente imprecisa, ho scritto e pubblicato nel mio blog diciannove poesie in tredici giorni, le ho raccolte in un libretto scansionando altrettanti miei disegni Tomatis e sono riuscita ad averne in sette giorni via internet la prima bozza pdf con prefazione e codice a barre. Per fortuna ho la mia casa editrice che mi permette di godere l’accelerazione tecnica dei tempi di produzione. Queste mie ultime poesie hanno molto modificato il mio modo di vivere con me stessa e con gli altri. La mia abitudine di partecipare a pubblici dibattiti è stata frustrata negli ultimi tre giorni dalla necessità di abbandono per evitare contrasti improduttivi. Il bisogno di accordo nella vita sociale e familiare è diventato predominante e vincente.
Una delle ragioni per cui sono lieta di essermi laureata in medicina, a quarantasette anni in corso, è l’aver potuto compiere l’impresa senza contaminazioni sessuali. Quante praticanti l’omeopatia sono state bruciate come streghe, perché non limitavano il proprio esistere dentro i paletti della sessualità? La sessualità è importantissima, ma non è l’unica possibilità di rapporto profondo tra gli esseri umani ed esiste sofferenza malessere anche fuori dentro prima oltre dopo.
Scritte in tredici giorni a cavallo di due anni - tra il vecchio e il nuovo, tra l’esperienza e la scoperta - diciannove Poesie di capodanno. Augurando un anno imprevedibile.
Augurio ovvero divinazione del futuro mediante il canto: queste poesie sono un credito di senso per l’anno nuovo e per il futuro. In questo canto complesso si nasconde la possibilità della scoperta di significato al proprio agire futuro - è la ricchezza della poesia che nella lettura aggiunge consapevolezza al proprio fare o cambia la direzione del proprio agire.
Con le poesie, ma non semplicemente giustapposte, i disegni Tomatis. L’immagine si fa interprete e tramite, dice e recita: l’occhio è attratto dal disegno che prepara e apre l’orecchio all’ascolto.
Un libretto per cominciare l’anno dunque che la poetessa dona a se e a tutti.
Giovanni Mingrino
Ho scritto diciannove poesie arzigogolate, perché così mi sono venute. Ho deciso di farne un librino con immagini. Ho scelto miei disegni Tomatis molto semplici per creare pause tranquille tra una poesia e l’altra. L’idea è di presentarlo presto a Roma e a Napoli con gli altri tre librini pubblicati finora. Ho diviso sette poesie in due per stamparle retro verso e regalarle ai miei amici non letterati di Milano, m’interessa la loro reazione.
Sono una poetessa all’antica con un’idea aristotelica della poesia. Lo storico dice le cose avvenute, il poeta quelle che possono avvenire. Scrivere poesie a me cambia il modo di vivere, mi aiuta a capire me stessa e gli altri. Sto imparando che non si può dare senza ricevere qualcosa in cambio. La reciprocità è fondamentale.
Con mia grande sorpresa ho scritto diciannove poesie in tredici giorni, ne sto facendo un librino con miei disegni Tomatis, che sarà presto stampato. Possedere una casa editrice mi permette di costruire la prima bozza pdf da sola, risparmiando tempo denaro e pareri desueti. Cercherò di presentare le “Poesie di capodanno” a Roma. Sono poesie oltre il reality book e non credo possano interessare il forum del Corriere in questo momento. Al Circolo della Stampa, mio luogo abituale di presentazione, stanno litigando. Il filosofo Severino a Milano è diventato sofista e si fa pagare per raccontare il suo dire. Che tempi, che costumi!
Il mio nuovo viaggio poetico è finito. Diciannove poesie alla ricerca di senso per il nuovo anno. Diventeranno un librino prima che finisca il mese, sto cercando le illustrazioni. Lo pubblicherò con miei disegni Tomatis.
Cercare il sopra sotto senza fiato
per dire adesso dopo non domani
è l’alieno del niente da scartare.
La gente cerca briga si arrovella
o spegne disperata il dire e il fare.
Troppi luoghi fecondi all’incontrario
disgregano le menti o le disperdono
trivellando il non detto nel profondo.
L’oro nero petrolio è la cultura
che asseconda le macchine pensiero
divorando bruciando liberando
togliendo via alla forza il predominio
e al denaro l’impero del baratto.
Bisogna andare avanti quasi quieti
scegliendo sciorinando rifiutando
la bussola con l’ago mai perdendo.
8-1-09
Non posso appiccicare spiaccicare
ai discorsi parole non parole
ma rigurgiti suoni non volanti
che rifiutano scalzano distolgono
non dan spazio di tempo alla discordia.
Tutto uguale partecipe esaltato
senza sfiati di riso pepe sale
per giocare alla tombola in giardino.
8-1-09