Leggete Album diario e Al Corriere della Sera
Misi un anno a scrivere
per un ispiratore
la mia prima poesia
dedicata all’Italia
Un bel gioco, un bellissimo gioco,
e una volta insieme giocammo
anche alla bella Italia.
La meraviglia mi precipitò
in una dimensione diversa,
estranea, terrifica, mal pensabile.
Parola dietro parola,
pezzetto di carta con pezzetto di carta,
endecasillabo dopo endecasillabo.
Italia sempre solo e ancora pianto.
Non per il mondo perso nei ricordi
della storia che non torna eguale
se non nel desiderio di chi ignora
il tempo che si cambia sempre nuovo
nascendo dal passato che distrugge,
ma per la vita d'oggi che ci muore.
Piango solo perduta la speranza
dei giorni della rabbia e dell'angoscia
dell'ira che nell'odio ci sconvolse
strappandoci con lacrime alla guerra
poiché nella rovina il nostro volto
ritrovammo e il senso della vita
con l'armonia del tempo la natura
e fummo insieme liberi e fratelli.
Voi che moriste guardando le stelle
per questa terra or non è molto
e anche voi che per essa via la vita
buttaste senza colpa e contro voglia.
Forse già nell'ignoto che vi prese
male armati e privi di speranza
sapete che la morte non si salva
se non quando la lega a sé la vita,
la vita che continua oltre le idee
portando nuove gemme di speranza
che fa tacere dentro le parole
e ritrovare il ritmo delle cose.
Ma tu sei sempre ancora Italia bella
e sempre è dolce dire patria mia.