Luke Andrews
Che cos’è l’invisibile del poeta Viviani? Si chiede Paolo Di Stefano sul Corriere stamattina.
Penso sia quello che io chiamo profondo, una ricerca di senso al vivere e al morire. C’è una frattura tra l’invisibile di Viviani e il mio profondo. Si chiama condivisione. Significa valicare la solitudine del consumismo, controllare il troppo oltre della tecnica, dare continuità ai propri oggetti oltre la morte diventata altra. Ho in progetto nove altre strisce di poesie con dipinti, e farò due pubbliche letture nella prima decade di marzo, accompagnata da Walid Hussein amico percussionista.
Io non pensavo al modo che vivevo
e non cercavo mai dentro il profondo
un senso del capire dire fare.
La poesia mi prese e fu un miracolo
di meraviglia e di condivisione
http://www.oretta.com/dblog/tb.asp?id=726
L'indirizzo IP del mittente viene registrato, in ogni caso si raccomanda la buona educazione.