Oretta e Shuzo
10.2! DIECI.DUE! L.go Isabella d'Aragona 1 (angolo Via Bocconi 1)
mostra personale di SHUZO AZUCHI GULLIVER
inaugurazione - mercoledì 11 Febbraio 2009
ORETTA DALLE OREeggerà poesie
accompagnata dal percussionistaWALID HUSSEIN
alle ore 19
Anni fa mi raccontarono che Berlusconi obbligava la moglie in abiti senza forma. Ci arzigogolai su. Il mio è un racconto di fatti, non un susseguirsi di commenti pro o contro che siano.
BERLUSCONI E LA MOGLIE
Muta come per balsamo farfalla
nell'io posso dei pizzi e delle sete
con vesti un poco sacchi togli forma
dal collo alle caviglie quasi chador,
la moglie bionda non più attrice vaga,
mentre il Berlusca vanta notte e stelle.
11 luglio 1994
Gabriele Poli
Io non ho la televisione, non ascolto la radio e leggo abbastanza poco il Corriere della Sera che tutte le mattine mi portano in casa. Ho scoperto solo ieri sera tardi che era morta Eluana, il Corriere aveva titolato "Eluana muore" e io avevo capito che stava morendo. Questa mattina ho sfogliato tutte le settantanove del Corriere della Sera odierno senza trovare un titolo che m’invogliasse alla lettura.
Si copia capta scippa ci si appropria
omologando quanto più si può
del libero mercato arraffa truffa
che per la dittatura del denaro
fa la democrazia demagogia
e tutto catalizza nella media
degli esseri casistica statistica.
1994
Gabriele Poli
L’ultimo tentativo pseudo etico di egemonizzare la costituzione è fallito.
Su quello che guadagnano i politici
sulle loro pensioni tutti zitti:
Governo Opposizioni Sindacati
Giornalisti di destra e di sinistra.
Il potere politico è rapina
consociata di pubbliche prebende.
E le Regioni aumentano gli addetti
che ammucchiano arraffando legalmente
Perciò non può cambiare la Repubblica
se non cambia il rapporto col denaro
dei troppi del potere che ne godono.
Sembra difficilissimo impossibile.
Ma la speranza viene ultima dea
a dire che magari poi succede.
16 - 19 novembre 1994
Donatella Lanzeni
Alcune poesie suscitate nel 1994 da un dibattito all'interno della Consulta di Bioetica. Le ultime due sono più recenti.
Europa vecchie usanze, Europa patria,
antiquata retrograda umanista,
che lotta perché l'uomo non sia merce
rifiutando i brevetti in medicina
Propaganda statistiche efficienza
progetti esperimenti nuove tecniche
con animali cavia e cavie umane
e medici inseriti nel commercio
trascinati in processi da pazienti
divenuti clienti inferociti
Europa vecchie usanze, Europa patria,
antiquata retrograda umanista
capace di fermarsi e dire basta
alla concitazione del progresso.
Quando non c'era la penicillina
(e non sono passati cinquant'anni)
il cielo degli umani aveva nubi
bianche nere rosate grigie rosse
di acciacchi malattie dolore morte
divenute banali e inoperanti.
E i medici ogni giorno con la morte
con la cronicità la sofferenza
dovevano lottare esorcizzandole
con armi troppo spesso inefficienti
ma con la convinzione che guariva
e con la persuasione che aiutava.
a rendere pazienti i sofferenti.
Quando divenni laureata medica
(e quest'ottobre saranno vent'anni)
ogni donna ogni uomo che incontravo
con mio grande sconcerto e meraviglia
di botto palesava un qualche male
e pretendeva che io dessi un farmaco
per riavere completa la salute.
Vorrei sapere in quanti al mondo muoiono
per abuso di farmaci ogni giorno.
Che già quando studiavo medicina,
più o meno una ventina d'anni fa,
secondo due eminenti gerontologi
era la causa maggiore di morte
tra gli ultra settantenni in Lombardia.
La medicina in preda alle statistiche,
è diventata epidemiologia
e classifica stima fa cataloghi
come nel settecento con Linneo.
Dare senso valore consonanza
all’esistenza scienza del placebo
trovando la misura tutto e nulla
che lo limiti affini gli dia spazio
nel sapere dottrina conoscenza.
La scienza medicina si arrovella
nel tutto giusto retto via dai dubbi.
Sul prato tra le foglie morte l’erba
verdissima continuo a calpestare.
Angelo Riccobene
Io non so scrivere a macchina, la mia manualità imprecisa non me lo consente, il computer e internet mi hanno ampliato le possibilità di fare condividendo, come la poesia m’impone. Ieri ho avuto a pranzo il mio medico della mutua, che sta lottando, perché i medici possano continuare a esercitare l’arte secondo scienza e coscienza e non siano ridotti impiegati in balia del governo. A cena e per la notte è passato con un amico Angelo, pittore da me amatissimo, gli ho dato poesie da me scritte in Calabria, perché mi aiuti a farne una striscia di poesia e immagini.
Ritmi lenti del tempo la Calabria
alberi siepi prato muri antichi
e mare con la sabbia quando capita.
Vibrare con il vento in mezzo al prato
all’ombra delle foglie sotto il sole
sentirsi scivolare accarezzati
nella vita del tempo tutto e nulla.
Una pioggia leggera aggrigia il mare
con il cielo nel prato tra le foglie
dà riposo silenzio quiete luogo
distaccando alla mente luci e suoni.
La luce che s’abbuia senza ombre
nella piazza tra gli alberi e le case.
Riposare in campagna dentro l’aria
ombre sole pensieri rami foglie
Ricordare sul prato il divenire
della vita percorsa buio e luce
Rosa enorme la luna all’orizzonte
con la linea del cielo dà l’incanto
pacificante sopra il mare quieto.
Il parlare dà suono e voce al caso
accrescendo agli umani il dire e il fare.
Intrappolare spazio tempo luogo
senza mai distaccarsi nel cambiare
Dare tempo a ciascuna spazio luogo
abbandonando l’attenzione effimera
dell’uguale diverso vecchio nuovo
Fuggire il visibilio in mutamento
che affastella parole gesti suoni
luci riverberanti ultra colori.
Spettacolo fracasso inconvertibile
nel vivere del fare dire esistere
con un tempo uno spazio odio amore
Domani non vedrò lontano il mare
né le case rosate e le montagne
né il giardino col fico non Nicola
Pino Angelo Adele non Michele.
Il mio prato vedrò con Mimma e Gianna
con Dante che cucina Emilio Giorgio
nel mio mondo diverso così uguale.
Claudio Cattaneo
Ieri Giovanni Billari della galleria Ciovasso mi ha dato l’invito e il catalogo della prossima mostra e io ho messo subito insieme una striscia con poesie tratte da quelle pubblicate per Giovanni.
Gli scalini di seta dei pensieri
intrecciati con corde ritmi suoni.
non approcciano più le idee montagne
isolata nel fare mi ritrovo.
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Serve un punto d’appoggio per far leva
e sollevare in alto il dire e il fare.
Tanti punti d’appoggio è un movimento
che vola dentro il cielo e si squaderna
con canzoni parole voci suoni.
Bruna Aprea
Appoggiandomi a chi dipinge e alle conversazioni culturali, il mio poetare si concentra e prende senso. Per Bruna Aprea e il bar dei filosofi ieri.
La tecnica e la scienza si rincorrono
nell'ignoto con nuovi uomini dei.
Il mare tempestoso della scienza
affoga coi conteggi e le statistiche
l’inconscio nella logica consumo.
Non è filosofia la psicanalisi
che non vuole sapere ma curare.
È scienza dell’amore che la logica
cerca spesso negando di fuggire.
La chiara fama è diventata moda
in balia del successo gradimento
coi dinosauri riprodotti piccoli
e i microbi ingranditi a dismisura.
Adesso siamo tutti teste uguali
in corsa tra convegni e conventicole
a inseguire il progresso sempre nuovo
della biociberneticologia.
Con l'efficienza e l'organizzazione,
che sono il patrimonio dei sintetici,
distrutte vilipese boicottate
dal trantran dei burocrati emergenti.
Bruna Aprea
Appoggiandomi a chi dipinge e alle conversazioni culturali, il mio poetare si concentra e prende senso. Per Bruna Aprea e il bar dei filosofi ieri.
Guardi il giardino che nessuno gode
ogni giorno più bello malinconica?
Cogli una rosa e un'altra, non pensare,
la morte viene e va, tu non ci credere.
La vita è un uragano per chi ignora
la prigionia del vecchio morte e caos.
Non credere alla morte ma saperla
e ricordare gli anni nel cammino
per la scelta dei limiti al volere
del soffrire decidere donare.
Avere tanti anni è un’avventura
che bisogna accettare coi garbugli
che impone riannodando fili e sorti.
Shuzo Azuchi Gulliver
Il mio amico mendicante ha letto quattro volte la striscia di poesie per il pittore giapponese e ne è rimasto incantato.
Un anno tanti giorni per pensare
per cambiare i modelli e ritrovarli
per avere altro spazio ispirazione
per il fare poetico e l’agire.
Vecchie e nuove amicizie coi bambini
che ritmano gli incontri dando il senso
della vita comune a tutti quanti.