Una casa editrice virtuale, come la mia, richiede pochissimo lavoro. Ho un redattore volante, che nel tempo libero mi aiuta per la compilazione dei testi e procura l’ ISEN. Ho un coordinatore tipografico con indirizzo elettronico per l’invio delle bozze, che mi vengono rimandate elettronicamente in PDF per la correzione. Il coordinatore tipografico sceglie la tipografia adatta, mi porta a casa i libri stampati e invia le due copie d’obbligo alle librerie nazionali. La distribuzione è affidata per posta elettronica alla più importante libreria di Milano.
I lavori le leggi le abitudini
son tutti da rifare e reinventare
Gabriele Poli
Sto lavorando a una serie di strisce poesia e pittura.
Lo sforzo verità coraggio stima
di se stessi valore poesia
è fatica passione sortilegio
che segue la corrente reinventando
l’arte vita possibile del fare
coi meriti i difetti le avventure
nel mondo che si cambia del vissuto.
Sto leggendo “La riscoperta della patria” di Paolo Peluffo, edizione Rizzoli. “Un viaggio alla riscoperta dello spirito nazionale e dell’orgoglio di essere italiani per combattere la – Retorica del declino
Camminando sul prato sotto gli alberi
scende l’acqua ogni giorno alla fontana
che gorgoglia disseta dà fervore.
L’Italia ritrovata un uragano
di frastuono fracasso rabbia riso.
Shuzo Azuchi Gulliver
Inaugurerò la collana di poesie e dipinti ini striscia mercoledì 11 febbraio alla Galleria Diecidue per la mostra di Shuzo Azuchi Gulliver, amico giapponese. Accompagnerà la mia lettura il percussionista Walid Hussein, amico palestinese.
Gli amici che mi variano la vita
cambiandomi nel mentre che si cambiano
sono a gruppi diversi e mi completano
nei miei vari e complessi lati umani.
Shuzo Azuchi Gulliver
Sarò tradotta in giapponese, ma non andrò a Tokio: trenta ore di volo, non me la sento.
Lasciandomi tradurre in giapponese, via inglese, io penso di proteggere l’italiano.
Io penso all’italiano da salvare
con la mia poesia che piace a scuola.
Senza pensare al dopo al come al meglio
ogni giorno con calma avanti vado.
Shuzo Azuchi Gulliver
Gli oggetti hanno abitudini e costumi
che ritmano alla vita il dire e il fare.
Non onorare i modi crea sconcerto
distruggendo la logica dell’uso.
Il nostro stare insieme condividere
è fatica fortuna gioia slancio
è seme fiore frutto ramo d’albero
nella foresta dell’umana vita.
Avere piacere di essere italiani non significa essere nazionalisti. Siamo un paese pieno di fantasia e di solito parliamo pochissimo di denaro. Amiamo la famiglia, le realtà locali, la cucina e la compagnia a tavola, ci divertiamo a far bene i lavori difficili, accettiamo le anomalie. In nessun altro paese al mondo avrei potuto laurearmi in medicina da schizofrenica, con tanti medici che diventano schizofrenici, perché no?
I difetti italiani sono pregi
rovesciati all’indietro mal usati.
Sopravvivere è un’arte di bellezza
d’accogliere e cercare con passione.
Trovare il bene il bello la fortuna
è un lavoro di cernita e di scelta.
Camminare con calma senza rabbia
di disgrazie malori di sventure
che non devono incombere impedire.
La vita è un’avventura d’aria e luce
di voci suoni canti da ascoltare.
Shuzo Azuchi Gulliver
Mercoledì sera leggerò poesie nella galleria d’arte DIECIDUE e regalerò strisce con poesie e immagini di Shuzo Azuchi Gulliver, vecchio amico giapponese. Accompagnerà la mia lettura il percussionista Walid Hussein.
Dare senso alle cose un posto un nome
adagio con pazienza poco a poco.
Non pretendere troppo da se stessi
trovare la misura delegare
considerar le proprie forze e gli altri
continuare però non rinunciare.
Carola Mazot
Ieri sono stata trascinata in due litigi finiti entrambi con una pacificazione. In uno ho apparentemente ceduto e nella realtà ho vinto, nell’altro abbiamo vinto in due.
Litigare è il disastro la sventura
è sprecare le forze proprie e altrui.
La visione dell’altro è da comprendere
se esibisce il suo bene bello buono
difeso con furbizia e malafede.
Bello e buono accettare non distruggere.
Achille Repossi
Ascoltando al bar dei filosofi l’amico Roberto Radice parlare degli stoici, mi è venuto spontaneo collegare lo stoicismo alla psicanalisi. Ci siamo rivisti con piacere e abbiamo goduto la nostra complementarità.
Chi dà nome alle cose non le imita,
ma le scopre e le inventa per sé e gli altri
dentro la realtà che è condivisa.